Visione diurna e visione notturna
Come fa il nostro occhio a vedere di notte?
Visione fotopica e visione scotopica, sono questi i due meccanismi di visione che caratterizzano rispettivamente il giorno e la notte.
Due modi di funzionare della vista che corrispondono a differenti strutture implicate nel nostro occhio.
La visione fotopica, che si verifica in presenza di fonti di luce, si caratterizza per la centralità nella visione dei dettagli e dei colori. Essa è resa possibile grazie ai coni, ossia delle cellule sensibili alla luce e situate nella parte centrale del fondo dell’occhio. Va sottolineato che i coni, per funzionare meglio, necessitano di un’elevata quantità di luce, reagendo di meno, invece, a situazioni di scarsa luminosità, come può accadere di notte, ad esempio.
E’ in queste situazioni di bassa luminosità che risultano fondamentali i bastoncelli, delle cellule molto sensibili invece alle minime quantità di luce. I bastoncelli sono specializzati nel riconoscere la brillanza più che la cromaticità, offrendo quindi una visione meno accurata in fatto di dettagli e colori e garantendo una percezione sostanzialmente monocromatica ma in situazioni di minore luminosità, è questa la condizione chiamata visione scotopica.
Esiste, inoltre, una terza possibilità: la visione mesopica. Quest’ultima vede l’azione simultanea di coni e bastoncelli, in situazione di media luminosità, come nel caso di una luce crepuscolare, per esempio.
Appare chiaro, alla luce di quanto detto fino a questo punto, come in situazioni di foschia, nebbia, variazioni di luminosità, le nostre capacità visive subiscano un cambiamento. Tenere in considerazione questo dato può essere molto importante, ad esempio, per la sicurezza stradale quando siamo alla guida.
In condizioni di scarsa luminosità, anche gli occhi di una persona che non ha problemi visivi, tendono ad acquisire una minima miopia, che viene invece accentuata, nel caso di persone che già necessitano una correzione visiva. Si tratta di variazioni trascurabili, in termini di diottrie, ma da non sottovalutare in contesti come quello della guida, dove il tutto si gioca in reazioni calcolate sulla base dei secondi. Si tratta, infatti, di un problema che riguarda l’intero funzionamento psicofisico nel suo complesso, laddove condizioni di stress e distrazione o affaticamento precoce possono essere determinanti. Può tuttavia essere utile chiedere consiglio al proprio ottico optometrista di fiducia che, oltre a poter effettuare un’analisi visiva approfondita, anche rispetto allo stile di vita della persona, può consigliare il tipo di soluzione ideale a garantire una guida in migliori condizioni di sicurezza e di confort.